Breve storia di Pallagorio

 

Di là da notizie frammentarie non mi è che sia stata tentata una vera ricostruzione storica su Pallagorio. Ogni congettura pertanto va interpretata.

 

Anselmo Lorecchio, pallagorese, (1843-1924) direttore della rivista “La Nazione Albanese”, in un numero dell’annata 15 ottobre 1897, in un lungo articolo, parlava di una chiesa in S. Anna nelle vicinanze dell’aeroporto di Crotone, l’attuale provincia, oggetto di venerazione degli albanesi circostanti e meta d’annuali pellegrinaggi degli stessi.

 

La stessa cosa avveniva per la piccola chiesa della Madonna d’Itria di Cirò.

 

Nella chiesa di S. Anna si venerava la sacra effigie della Santa, ritratta con il tradizionale vestito albanese e che si vuole fosse portata dai profughi dall’Albania. Santa più volte rimaneggiata nel tempo da un pittore da Isola Capo Rizzuto.

 

Per l’appuntamento annuale i pallagoresi affrontavano un faticoso viaggio a piedi di dieci ore attraverso mulattiere disagevoli.

Coloro che n’erano impediti per varie ragioni si recavano “te raχi i carminit”, nel pianoro antistante la chiesa del Carmelo, da dove è ben visibile il promontorio di Sant’Anna, nei pressi dell’attuale aeroporto omonimo e, inginocchiati, pregavano baciando la Santa lontana e che avevano lasciato a malincuore nella chiesa di proprietà del barone Barracco.

 

Tutto ciò sta ad indicare, in mancanza di documenti scritti, una traccia sui luoghi di sbarco nel XV e XVI secolo, degli albanesi profughi dalla loro terra invasa dai Turchi per raggiungere i compatrioti venuti con Demetrio Reres e i figli Giorgio e Basilio in aiuto del re di Napoli e che si erano stanziati a difesa del Regno in punti strategici della Calabria.

 

Questi, grazie alla generosità e all’apertura mentale del Principe di Bisignano, marito d’Irene Castriota Scanderbeg, trovavano asilo nei vasti possedimenti del Principe offrendo le loro valide braccia a coltivare quelle terre altrimenti incolte.

 

Oggi stiamo assistendo, con commossa partecipazione e profonda comprensione, a quanto è accaduto seicento anni fa.

 

Secondo quanto tramandato oralmente, gli abitanti di Pallagorio, dopo un primo accampamento in località S. Anna, zona allora malarica, avrebbero preferito trasferirsi nell’attuale sito certamente più salubre.

Il luogo doveva essere un sito abbandonato o in via d’estinzione già abitato da elementi greci. Alcuni reperti archeologici n’avvalorano la tesi.

 

La venuta degli albanesi quindi era provvidenziale perché rivitalizzava una zona altrimenti morta.

 

Il nuovo sito era in territorio d’Umbriatico l’antica Bristacia fondata dagli Enotri e, all’epoca della diaspora degli albanesi, importante centro nonché sede vescovile.

 

Come riportato a pag. 23 del libro di G. Valente “La Calabria dell’Abate Pacichelli”, …”in questi spirituali confini per mezzo di un Prete Albanese, accasato, si osserva con molti di tal Nazione il rito de’ Greci”.

Il viaggio verso la Calabria, l’Abate Pacichelli lo iniziava nell’anno 1693 partendo da Parma.

Questo documenta che a Pallagorio si praticava il rito greco fino a quando non fu imposto quello latino.

 

Il territorio apparteneva agli Spinelli Principi di Cariati che nel 1682 lo vendettero ai Rovegna anch’essi principi.

 

L’attuale Pallagorio, Puheriu in arbyresh, una volta, era detta, secondo i nomi tramandatici, Paragolio, San Giovanni in Palagorio, San Giovanni di Pallagorio.

 

Rohlfs nel suo “Dizionario toponomastico e onomastico della Calabria” fa derivare il nome del sito dal toponino greco παλαιοχωρίοη “casale vecchio”.

 

Con Decreto n. 2378 in Napoli, 7 ottobre 1834, da frazione d’Umbriatico, Pallagorio veniva, dal 1° gennaio 1835, elevato a Comune autonomo.

 

Pallagorio, che conta meno di duemila abitanti, si trova in Calabria nella fascia collinare presilana a 560 metri sul livello del mare e a Nord di Crotone e il suo territorio ha un’estensione di kmq. 41,96; confina con i Comuni di Carfizzi, San Nicola dell’Alto, (albanesi anch’essi), Casabona, Verzino, Umbriatico e Campana.

 

Il patrono è San Giovanni Battista festeggiato il 24 giugno, ma la festa principale avviene nella seconda domenica di maggio in onore della Beata Vergine del Carmelo.

 

Ha le sue scuole, uno sportello bancario e i vari uffici amministrativi. La Caserma dei Carabinieri è a Verzino e a Crotone i vari uffici giudiziari a cui è allacciato da strade non sempre agevoli.

 

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